Diego “CrazyFatGamer” Campagnani
(Inter I Qlash) è il primo giocatore italiano a raggiungere la
vetta del ranking mondiale di Fifa 20. Con un punteggio di 3325
punti, lo straordinario talento varesino, si laurea dunque migliore player al mondo per la
stagione 2019/2020.
Diego sarà ospite, insieme al compagno di team Nicolò
“Insa” Mirra, all’evento finale della TC Santa
Teresa eSports Cup a Salerno.
Il 26 luglio la spiaggia di Santa Teresa ospiterà una serata all’insegna del
gaming e della qualità, un’iniziativa importante che punta a valorizzare un
settore che in Italia vive un periodo di grande crescita.
Per farlo l’associazione Santa Teresa Beach ha puntato al meglio, invitando
due autentici Top Player: Diego Campagnani e Nicolò Mirra sono tra i profili di
maggior successo nel settore eSports.
Ai nostri microfoni le parole di CrazyFatgamer:
Quando
è nata passione per la simulazione calcistica di EA Sports?
«Questa passione l’ho sempre avuta, ho sempre giocato ai videogiochi e
persino a FIFA 97 su ps1.
Dopodiché sono passato a Fifa su ps2 sempre per divertimento e con la Ps3
giocavo con gli amici.
Da Fifa 12 ho iniziato ad appassionarmi al mondo
competitivo facendo i primi tornei a Varese e Milano. Man mano son riuscito a
qualificarmi a più eventi nazionali come il campionato italiano di Fifa 13 e
così via. Con FIFA 18 e l’ingresso nel TEAM QLASH sono
riuscito a trasformare la mia passione in un vero e proprio lavoro. Con tanta
dedizione, passione e lavorando con Simone “Lamella” Sfolcini, mio attuale
coach da ormai 2 anni, siamo riusciti ad arrivare ad un traguardo
inimmaginabile».
La tua modalità preferita? Dedichi tempo alla
carriera oppure il tuo interesse è completamente assorbito dalla modalità
regina del gioco Ultimate Team?
«Per quanto riguarda FIFA 20 non gioco alla modalità carriera. Il competitivo è su FUT e
dedico tutte le mie ore all’interno di Ultimate Team. Per
quanto riguarda il futuro di FIFA spero in qualche corposa novità,
soprattutto rendere più divertente “Volta”, una modalità dall’enorme potenziale ma molto
sottovalutata».
Come può migliorare Fifa Ultimate Team?
«FUT è una modalità spettacolare e quasi perfetta, ogni giorno
vengono pubblicati nuovi contenuti, davvero non ci si stanca mai di
giocare. Un’aggiunta interessante potrebbe essere l’organizzazione di
tornei con partecipazione in crediti per tenere più utenza connessa
durante la settimana. Sicuramente la cosa andrebbe moderata e studiata nei
dettagli per non rischiare di incappare in spiacevoli situazioni, un’eventuale
vittoria di crediti potrebbe portare a spiacevoli dinamiche».
La tua è stata una stagione straordinaria:
dopo esserti laureato n.1 nel ranking mondiale di Fifa quali
sono le tue ambizioni?
«Sono molto contento di essere arrivato primo al mondo sia per me ma
soprattutto per l’Italia in generale, perché è un traguardo che nessuno fino ad
ora aveva mai raggiunto e che porta prestigio alla nostra nazione. Sicuramente la
voglia di vincere il mondiale c’è ancora visto che quest’anno
non si è potuto disputare causa Covid-19, sono pronto ad affrontare questa
sfida».
Situazione esports in Italia.
«Siamo sulla
buona strada, non ai livelli di Spagna o Germania ma comunque i
presupposti per poter vedere tanto esports in Italia ci sono. La community sta
crescendo sempre di più, ancora qualche anno e secondo me
si arriverà a numeri importanti».
Tra qualche giorno sarai a Salerno per la finale della
TC Santa Teresa eSports Cup…
«Eventi
del genere fanno sempre bene al settore, dovrebbero
esserci più iniziative di questa tipologia. Ormai i ragazzi ambiscono
sempre a qualcosa di più vedendo come si sta muovendo questo mondo e
sperano di riuscire a trasformare la loro passione/divertimento
in un vero e proprio lavoro, credetemi non c’è nulla di più
bello. Un consiglio che posso dare,
soprattutto ai più giovani, è sicuramente di giocare con
costanza ma non devono assolutamente trascurare la scuola,
perché è una fattore fondamentale per la crescita personale di una
persona. In questo mondo ci vuole sicuramente tanta passione e dedizione
in ciò che si fa, ma comunque il divertimento deve rimanere sempre la cosa fondamentale».